Per quanto riguarda il Bonus Mobili (contenuto nel decreto legge n°63 del 4 giugno 2013) inizialmente, accogliendo una proposta del M5S, era stato previsto che per poter detrarre l’intera cifra destinata all’acquisto di mobili, si sostenessero spese di manutenzione straordinaria o ristrutturazione almeno pari a 10.000 euro e che, in caso di spese di ristrutturazione/manutenzione inferiori, la spesa di tali lavori avrebbe determinato il tetto di spesa massima deducibile per gli arredi.
Successivamente poi per iniziativa di Federmobili insieme a FederlegnoArredo, sindacati di categoria, Confartigianato Legno Arredo, CNA produzione, Ceced Italia, Angaisa e con il supporto di Confcommercio-Imprese per l’Italia, è stata inviata una lettera a firma congiunta ai capigruppo di Camera e Senato chiedendo che venissero eliminati tali vincoli.
A seguito di ciò la norma proposta dal M5S è stata abolita e, pertanto, a partire dal 2014 il bonus mobili è applicabile a prescindere dai costi della ristrutturazione.
“Testacoda” sul bonus mobili
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